Parlare di bocciatura ad inizio anno scolastico, suona un po' stonato. E' vero. A mia discolpa posso dire, però, che il pensiero non ha nè tempo nè luogo, perciò "lui" pensa su tutto. Inoltre, visto com'è andato lo scorso anno scolastico è bene cominciare a pensarci sin da subito!
Facendo un "giro" tra i quotidiani online, leggo un'intervista fatta a Niccolò Ammaniti, considerato tra i migliori scrittori esordienti italiani.
Ma quando si è bambini e si subisce una bocciatura i modi di reagire sono diversi e dipendono da una pluralità di fattori che vanno dal livello socio-culturale della famiglia del "bocciato", alle risorse personali del ragazzo e all'esistenza o meno di punti di riferimento esterni alla famiglia.
Chi viene "fermato un anno" subisce non solo la bocciatura in sé, ma anche la derisione dei compagni, il suo ruolo sociale cambia ed egli viene etichettato come "bocciato", appunto. Non tutti, ma la maggior parte dei "bocciati" aderisce al ruolo che la società e la cultura gli danno... Società e cultura che spesso sono spietate.
Per non parlare della sconfitta personale, l'abbassamento dell'autostima, la poca fiducia verso gli adulti che nasce o si rafforza in lui.
Alcuni ragazzi o bambini comunicano proprio tramite l'andare male a scuola che c'è un malessere più profondo, che cercano aiuto, che quello è solo un sintomo che nasconde qualcosa che l'adulto è chiamato a cercare e tentare di risolvere. Invece, spesso la risposta dell'adulto davanti a questo tipo di richiesta di aiuto è la bocciatura!
Parte del mio lavoro è proprio con le scuole e, con mio grosso dispiacere, l'anno scorso ho visto aumentare considerevolmente le bocciature alle scuole elementari. E' assurdo. Assurdo soprattutto per il fatto che è riportato da più ricerche scientifiche che l'andare male a scuola soprattutto nelle età delle elementari nasconde altro.
E, un'ultima cosa, la più importante: la bocciatura non è una sconfitta del ragazzo, è una scoffitta dell'insegnante!!! L'insegnante che boccia, dovrebbe bocciare se stesso.
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La nostra squola
Alunno: maestra, scuola si scrive con la "C".
Maestra: si, ma solo quando è corretta
Facendo un "giro" tra i quotidiani online, leggo un'intervista fatta a Niccolò Ammaniti, considerato tra i migliori scrittori esordienti italiani.
Pare che il giovane scrittore nella sua carriera scolastica abbia dovuto affrontare tre rimandi in italiano e una bocciatura in quarto ginnasio. Il giornalista si meraviglia del fatto che il "povero" Ammaniti, nonostante il curriculum scolastico non proprio impeccabile, abbia potuto vincere il Premio Strega. In pratica l'intervista sottolinea (uno tra i messaggi inconsci che manda) che la bocciatura non è nulla di importante.
In qualche modo può anche essere così: una volta cresciuti, da adulti e con una carriera ormai consolidata è facile affermare cose del genere.
Ma quando si è bambini e si subisce una bocciatura i modi di reagire sono diversi e dipendono da una pluralità di fattori che vanno dal livello socio-culturale della famiglia del "bocciato", alle risorse personali del ragazzo e all'esistenza o meno di punti di riferimento esterni alla famiglia.
Chi viene "fermato un anno" subisce non solo la bocciatura in sé, ma anche la derisione dei compagni, il suo ruolo sociale cambia ed egli viene etichettato come "bocciato", appunto. Non tutti, ma la maggior parte dei "bocciati" aderisce al ruolo che la società e la cultura gli danno... Società e cultura che spesso sono spietate.
Per non parlare della sconfitta personale, l'abbassamento dell'autostima, la poca fiducia verso gli adulti che nasce o si rafforza in lui.
Alcuni ragazzi o bambini comunicano proprio tramite l'andare male a scuola che c'è un malessere più profondo, che cercano aiuto, che quello è solo un sintomo che nasconde qualcosa che l'adulto è chiamato a cercare e tentare di risolvere. Invece, spesso la risposta dell'adulto davanti a questo tipo di richiesta di aiuto è la bocciatura!
Parte del mio lavoro è proprio con le scuole e, con mio grosso dispiacere, l'anno scorso ho visto aumentare considerevolmente le bocciature alle scuole elementari. E' assurdo. Assurdo soprattutto per il fatto che è riportato da più ricerche scientifiche che l'andare male a scuola soprattutto nelle età delle elementari nasconde altro.
E, un'ultima cosa, la più importante: la bocciatura non è una sconfitta del ragazzo, è una scoffitta dell'insegnante!!! L'insegnante che boccia, dovrebbe bocciare se stesso.
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La nostra squola
Alunno: maestra, scuola si scrive con la "C".
Maestra: si, ma solo quando è corretta
La bocciatura
Reviewed by Paola Romitelli
on
23:20
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Posso concordare con la bocciatura nelle scuole elementari.
RispondiEliminaNelle medie un pò meno
In quelle superiori non concordo affatto.
Se sei certo del risultato minimo chi ti costringe a darti da fare se non hai proprio voglia di studiare?
Questo discorso si ripercuote pesantemente su quello che sta avvenendo nelle università, una progressiva liceizzazione, con preparazione media dei laureati sempre più scarsa, e non per le votazioni che ottengono....! Anche nei migliori atenei...!
Le scuole elementari erano diventate tra le migliori al mondo, adesso stanno procedendo ad un progressivo smantellamento anche di ciò che funzionava.
Sull'impatto di una bocciatura mettiamo di mezzo anche il comportamento dei genitori...nei confronti dei loro figli e degli insegnanti.
Ho avuto esperienza di bambini bocciati in prima elementare... e ti assicuro che è straziante ascoltare ciò che provano. Ed ogni volta, mi domando a cosa è servito e cosa hanno imparato.
RispondiEliminaPerché si boccia per "insegnare qualcosa", giusto???