"Gli insegnanti hanno più potere di quanto non credano, ma non hanno il potere che credono".
Questa è una frase presa da uno dei libri di Boris Cyrulnik, etologo, psichiatra e psicoterapeuta che si è interessato molto dei temi che ruotano intorno al trauma. Probabilmente in seguito alla sua esperienza di vita.
In questo periodo sono molto concentrata sul tema della scuola e degli insegnanti, che penso siano poco valorizzati ma che, in qualche modo, loro stessi contribuiscano a questa condizione. Diventa importante invece recuperare i propri punti di forza, prendendosi però le responsabilità che questo comporta.
Volevo così condividere un breve brano preso dal libro di Cyrulnik "Il coraggio di crescere" e dedicarlo a tutti gli insegnanti che sono riusciti nell'impresa di "lasciare un segno", e come incoraggiamento a chi deve imparare a farlo.
"... La scuola diventa per il ragazzo la principale speranza di integrazione. La mattina presto lava i vetri a forfait, poi balza in sella alla sua bicicletta per andare a scuola. Alla prima ora di lezione, ha già tre ore di lavoro sulle spalle. A mezzogiorno lavora come cameriere in una mensa, poi torna a scuola per la lezione pomeridiana.
Il professore di scienza naturali Bonaffe ha la reputazione di essere molto severo. Eppure, non alza mai la voce, ma stringe nella mano sinistra una scorta di gessetti rotti che scaglia con precisione contro la testa degli alunni distratti o chiacchieroni. Nessuno protesta. Un silenzio ansioso pesa sulla classe. Un giorno, Bonaffe va a mangiare nella mensa dove Miguel serve schizzando da un tavolo all'altro. Non una parola, ma il lungo sguardo del professore evidenzia un importante momento emozionale. Il pomeriggio a lezione, miguel coglie nell'insegnante un leggero inarcamento del sopracciglio e un impercettibile cenno con la testa, minuscoli segni che vogliono sicuramente esprimere profondo rispetto e segnano l'inizio di una relazione privilegiata. Da quel momento, l'esistenza di Miguel viene convalidata dallo sguardo del professore che restituisce i compiti al ragazzo con una pausa di silenzio e, talvolta, durante la lezione sembra rivolgersi solo a lui. Una complicità muta che ha reso l'adolescente molto ricettivo alle lezioni di scienze naturali. Le prepara attentamente sapendo che Benaffe darà particolare importanza ai suoi interventi. I progressi del ragazzo sono enormi e l'investimento nella materia è tale che, qualche anno dopo, sarebbe diventato medico".
Cyrulnik continua il raccondo specificando che non è certo per merito dello sguardo silente del professore, che il ragazzo si è appassionato alla materia ed è diventato medico, magari sarebbe successo comunque. Ma il fatto è, che l'insegnante ha comunicato al ragazzo che per lui era importante come persona e quello che faceva, contribuendo e forse rendendo più veloce e appassionato lo studio e la riuscita professionale del ragazzo. Si è instaurata una relazione significativa, al di là dell'insegnamento stretto dei contenuti della materia dell'insegnante.
Credo sia importante che gli insegnanti recuperino questa dimensione relazionale.
Nel mio percorso scolastico, posso contare su poche dita (di una sola mano) gli insegnanti che hanno fatto per me quello che Bonaffe ha fatto per il ragazzo. Li ringrazio enormemente: ciò che mi hanno insegnato fa parte di chi sono (di chi sono loro e di chi sono io :). Ed è questa la dimensione più importante della scuola... la geografia (a le altre materie) si impara viaggiando!
Questa è una frase presa da uno dei libri di Boris Cyrulnik, etologo, psichiatra e psicoterapeuta che si è interessato molto dei temi che ruotano intorno al trauma. Probabilmente in seguito alla sua esperienza di vita.
In questo periodo sono molto concentrata sul tema della scuola e degli insegnanti, che penso siano poco valorizzati ma che, in qualche modo, loro stessi contribuiscano a questa condizione. Diventa importante invece recuperare i propri punti di forza, prendendosi però le responsabilità che questo comporta.
Volevo così condividere un breve brano preso dal libro di Cyrulnik "Il coraggio di crescere" e dedicarlo a tutti gli insegnanti che sono riusciti nell'impresa di "lasciare un segno", e come incoraggiamento a chi deve imparare a farlo.
"... La scuola diventa per il ragazzo la principale speranza di integrazione. La mattina presto lava i vetri a forfait, poi balza in sella alla sua bicicletta per andare a scuola. Alla prima ora di lezione, ha già tre ore di lavoro sulle spalle. A mezzogiorno lavora come cameriere in una mensa, poi torna a scuola per la lezione pomeridiana.
Il professore di scienza naturali Bonaffe ha la reputazione di essere molto severo. Eppure, non alza mai la voce, ma stringe nella mano sinistra una scorta di gessetti rotti che scaglia con precisione contro la testa degli alunni distratti o chiacchieroni. Nessuno protesta. Un silenzio ansioso pesa sulla classe. Un giorno, Bonaffe va a mangiare nella mensa dove Miguel serve schizzando da un tavolo all'altro. Non una parola, ma il lungo sguardo del professore evidenzia un importante momento emozionale. Il pomeriggio a lezione, miguel coglie nell'insegnante un leggero inarcamento del sopracciglio e un impercettibile cenno con la testa, minuscoli segni che vogliono sicuramente esprimere profondo rispetto e segnano l'inizio di una relazione privilegiata. Da quel momento, l'esistenza di Miguel viene convalidata dallo sguardo del professore che restituisce i compiti al ragazzo con una pausa di silenzio e, talvolta, durante la lezione sembra rivolgersi solo a lui. Una complicità muta che ha reso l'adolescente molto ricettivo alle lezioni di scienze naturali. Le prepara attentamente sapendo che Benaffe darà particolare importanza ai suoi interventi. I progressi del ragazzo sono enormi e l'investimento nella materia è tale che, qualche anno dopo, sarebbe diventato medico".
Cyrulnik continua il raccondo specificando che non è certo per merito dello sguardo silente del professore, che il ragazzo si è appassionato alla materia ed è diventato medico, magari sarebbe successo comunque. Ma il fatto è, che l'insegnante ha comunicato al ragazzo che per lui era importante come persona e quello che faceva, contribuendo e forse rendendo più veloce e appassionato lo studio e la riuscita professionale del ragazzo. Si è instaurata una relazione significativa, al di là dell'insegnamento stretto dei contenuti della materia dell'insegnante.
Credo sia importante che gli insegnanti recuperino questa dimensione relazionale.
Nel mio percorso scolastico, posso contare su poche dita (di una sola mano) gli insegnanti che hanno fatto per me quello che Bonaffe ha fatto per il ragazzo. Li ringrazio enormemente: ciò che mi hanno insegnato fa parte di chi sono (di chi sono loro e di chi sono io :). Ed è questa la dimensione più importante della scuola... la geografia (a le altre materie) si impara viaggiando!
Gli insegnanti hanno più potere di quanto non credano
Reviewed by Paola Romitelli
on
09:05
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