Il lavoro minorile è una forma di abuso infantile che deve essere debellata, pena di un Paese e di un Mondo incivili.
Petizione
Al Ministro degli Affari Esteri FRANCO FRATTINI
e al Ministro dello Sviluppo Economico CLAUDIO SCAJOLA
Onorevoli Ministri,
secondo l’ILO ci sono più di 218 milioni di bambini lavoratori sfruttati in fabbrica, nell’agricoltura, in cave e miniere, servizi domestici e alberghieri e in altre attività economiche.
A questi bambini è negato il dirittoall’educazione.
L’Italia può fare la propria parte per porre fine allo sfruttamento del lavoro minorile e far sì che i
bambini di tutto il mondo vadano a scuola, non al lavoro.
La campagna internazionale Stop Child Labour - School is the best place to work ritiene che gli Obiettivi del Millennio, che i 191 Stati dell’ONU hanno sottoscritto, potranno essere raggiunti soltanto se tutte le forme di sfruttamento del lavoro minorile saranno eliminate e se a tutti - bambini, bambine e adolescenti fino a 15 anni di età - sarà data l’opportunità di frequentare la scuola in modo continuativo1.
I Governi, l’Unione Europea2, le Organizzazioni internazionali, le imprese e i consumatori possono collaborareper fermare lo sfruttamento del lavoro minorile e sostenere l’affermazione dei necessari standard lavorativi.
Per questo Le chiedo di agire affinché l’Italia:
· assicuri risorse adeguate ai progetti internazionali di prevenzione e lotta allo sfruttamento del lavoro
minorile e alle azioni di cooperazione volte ad affermare un’educazione primaria di qualità quale
strategia di riduzione della povertà ed occasione sviluppo;
· promuova, in collaborazione con gli altri Paesi dell’Unione e con la Commissione Europea, nei modi e tempi opportuni, il monitoraggio delle filiere produttive delle imprese europee operanti all’estero, affinché vengano accertati l’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile e il rispetto degli standard del lavoro promossi dalle Convenzioni dell’ILO;
· favorisca il consumo responsabile dei cittadini, sostenendo campagne di informazione sul consumo critico e sulla responsabilità sociale delle imprese.
Il secondo Obiettivo del Millennio, relativo all’educazione, si prefigge di garantire a tutti entro il 2015 un’educazione primaria di almeno cinque anni, mentre la Convenzione ILO n. 138, ratificata da 150 Paesi, fissa l’età minima lavorativa a 15 anni (14 per i Paesi in via di sviluppo).
Pertanto, i bambini e le bambine che riescono a completare i cinque anni di educazione primaria, ma non hanno ancora raggiunto l’età minima lavorativa (avendo un’età compresa tra i 10 e i 14 anni), sono esposti allo sfruttamento economico a causa dell’incoerenza esistente tra l’Obiettivo n. 2 e la Convenzione ILO.
Pertanto Le chiedo anche che l’Italia:
· agisca subito, nelle sedi internazionali opportune, affinché il divario esistente tra l’Obiettivo del
Millennio n. 2 e la Convenzione ILO n. 138 venga finalmente colmato.
Mi è gradito esprimerLe i sensi della mia migliore stima,
Firma
Note
1 Nelle strategie di prevenzione contrasto e superamento dello sfruttamento, le Istituzioni dovrebbero dare spazio ed organizzare la partecipazione dei
minori in ottemperanza all’art. 12 della Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
2 La “Strategia dell’Unione Europea sui diritti dei minori” approvata il 16 gennaio 2008 dal Parlamento europeo sottolinea “la necessita di assicurare
che tutte le politiche, interne ed esterne, a livello sia degli Stati membri che dell’Unione Europea, tengano in considerazione l’eliminazione di tutte le
forme di lavoro minorile; ritiene che l’istruzione a tempo pieno, sia per i bambini che per le bambine, costituisca il miglior metodo per affrontare il
problema, sia per prevenire tali abusi che per spezzare il circolo vizioso dell’analfabetismo e della povertà per il futuro”.
Petizione
Al Ministro degli Affari Esteri FRANCO FRATTINI
e al Ministro dello Sviluppo Economico CLAUDIO SCAJOLA
Onorevoli Ministri,
secondo l’ILO ci sono più di 218 milioni di bambini lavoratori sfruttati in fabbrica, nell’agricoltura, in cave e miniere, servizi domestici e alberghieri e in altre attività economiche.
A questi bambini è negato il dirittoall’educazione.
L’Italia può fare la propria parte per porre fine allo sfruttamento del lavoro minorile e far sì che i
bambini di tutto il mondo vadano a scuola, non al lavoro.
La campagna internazionale Stop Child Labour - School is the best place to work ritiene che gli Obiettivi del Millennio, che i 191 Stati dell’ONU hanno sottoscritto, potranno essere raggiunti soltanto se tutte le forme di sfruttamento del lavoro minorile saranno eliminate e se a tutti - bambini, bambine e adolescenti fino a 15 anni di età - sarà data l’opportunità di frequentare la scuola in modo continuativo1.
I Governi, l’Unione Europea2, le Organizzazioni internazionali, le imprese e i consumatori possono collaborareper fermare lo sfruttamento del lavoro minorile e sostenere l’affermazione dei necessari standard lavorativi.
Per questo Le chiedo di agire affinché l’Italia:
· assicuri risorse adeguate ai progetti internazionali di prevenzione e lotta allo sfruttamento del lavoro
minorile e alle azioni di cooperazione volte ad affermare un’educazione primaria di qualità quale
strategia di riduzione della povertà ed occasione sviluppo;
· promuova, in collaborazione con gli altri Paesi dell’Unione e con la Commissione Europea, nei modi e tempi opportuni, il monitoraggio delle filiere produttive delle imprese europee operanti all’estero, affinché vengano accertati l’eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile e il rispetto degli standard del lavoro promossi dalle Convenzioni dell’ILO;
· favorisca il consumo responsabile dei cittadini, sostenendo campagne di informazione sul consumo critico e sulla responsabilità sociale delle imprese.
Il secondo Obiettivo del Millennio, relativo all’educazione, si prefigge di garantire a tutti entro il 2015 un’educazione primaria di almeno cinque anni, mentre la Convenzione ILO n. 138, ratificata da 150 Paesi, fissa l’età minima lavorativa a 15 anni (14 per i Paesi in via di sviluppo).
Pertanto, i bambini e le bambine che riescono a completare i cinque anni di educazione primaria, ma non hanno ancora raggiunto l’età minima lavorativa (avendo un’età compresa tra i 10 e i 14 anni), sono esposti allo sfruttamento economico a causa dell’incoerenza esistente tra l’Obiettivo n. 2 e la Convenzione ILO.
Pertanto Le chiedo anche che l’Italia:
· agisca subito, nelle sedi internazionali opportune, affinché il divario esistente tra l’Obiettivo del
Millennio n. 2 e la Convenzione ILO n. 138 venga finalmente colmato.
Mi è gradito esprimerLe i sensi della mia migliore stima,
Firma
Note
1 Nelle strategie di prevenzione contrasto e superamento dello sfruttamento, le Istituzioni dovrebbero dare spazio ed organizzare la partecipazione dei
minori in ottemperanza all’art. 12 della Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
2 La “Strategia dell’Unione Europea sui diritti dei minori” approvata il 16 gennaio 2008 dal Parlamento europeo sottolinea “la necessita di assicurare
che tutte le politiche, interne ed esterne, a livello sia degli Stati membri che dell’Unione Europea, tengano in considerazione l’eliminazione di tutte le
forme di lavoro minorile; ritiene che l’istruzione a tempo pieno, sia per i bambini che per le bambine, costituisca il miglior metodo per affrontare il
problema, sia per prevenire tali abusi che per spezzare il circolo vizioso dell’analfabetismo e della povertà per il futuro”.
E' una vergogna!
Reviewed by Paola Romitelli
on
11:50
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