Il 'randagio'

Credo che per capire cosa sia il randagismo, si abbia bisogno di tener presenti diversi concetti, tra cui: animali da compagnia, urbanizzazione, sterilizzazione, addomesticare, ambiente naturale, per poi integrarli insieme e riflettere, poiché ognuno di essi contribuisce in piccola parte alla nascita del concetto di 'randagio'.

Da Wikipedia (l'enciclopedia online) si legge che l'animale da compagnia è un animale allevato e mantenuto da esseri umani per diletto.
Gli animali da compagni sono ultimamente aumentati per razza: si trovano pesci, rettili, anfibi, e i più comuni come cane e gatto.

L'urbanizzazione è quel fenomeno per cui molti abitanti delle campagne sono andati a vivere nelle città/metropoli per diversi motivi.

La sterilizzazione è quel processo per il quale un essere che ha la capacità di riprodursi viene impossibilitato a procreare.

Per addomesticamento si intende un processo per cui un animale viene resa domestico, cioè abituato alla convivenza con l'uomo e al controllo da parte di quest'ultimo.

Per ambiente naturale si intende l'insieme di fattori che influenzano gli esseri viventi, spontaneamente regolati dal corso della natura.

Ora, cerchiamo di vedere ognuno di questi 'concetti' contestualizzato e collegato al primo, cioè a 'animali da compagnia'.

Facciamo un esempio con il gatto.

Il gatto è un animale da compagnia, allevato e mantenuto dagli esseri umani per diletto.
Il gatto è anche un animale facilmente addomesticabile: vivere in casa con un animaletto del genere procura veramente pochi compromessi da parte del suo padrone.

La parola 'addomesticare' mi fa anche pensare al famoso stralcio che viene spesso riportato del libro di De Saint-Exupéry "Il piccolo principe":
...il Piccolo Principe incontra una volpe e le dice "Vieni a giocare con me, ..."
-"Non posso giocare con te, non sono addomesticata"
-"Che cosa vuol dire 'addomesticare'?"
-"Vuol dire 'creare dei legami'"
-"Creare dei legami?"
-"Certo, tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".

L'addomesticamento quindi riguarda il legame che ci unisce all'altro, che ci crea l'abitudine verso di lui, verso il suo modo di essere, che ce lo fa conoscere e accettare per quello che è.
Spesso le persone che hanno un gatto lo lasciano libero di girovagare fuori casa per poi accoglierlo la sera o nei momenti della razione di cibo, ma altrettanto spesso il gatto è tenuto costantemente in un appartamento.

E' un animale che si adatta molto, anche in piccoli spazi perciò vive bene anche 'chiuso' in casa.
Credo che alle origini il gatto non era un 'animale da compagnia' e non era addomesticato, ma viveva libero nel suo ambiente naturale: la natura, appunto.

E' facile pensare che l'addomesticamento del gatto sia molto antico, parlando di un rapporto in cui gli uomini e il gatto vivevano in un contesto molto a contatto con la natura (visto che gli appartamenti in palazzi sono relativamente recenti o 'loculi').

Con l'urbanizzazione le abitudini si sono trasformate, e molte persone che non hanno rinunciato alla compagnia del micetto se lo sono portato nel loro appartamento di città.

Ed è qui che credo sia cominciato a nascere il randagismo così come lo intendiamo oggi.

Le città e le metropoli le abbiamo create noi uomini e abbiamo costretto gli animali ad accettarle.
L'urbanizzazione è talmente cresciuta (e continua a crescere) che ormai stiamo invadendo ogni luogo (dove prima c'era un prato ora c'è un palazzo), relegando gli animali in piccoli spazi e chiamandoli 'randagi' quando li troviamo scomodi.

In pratica chiamiamo 'randagio' un animale che vive nella natura o in quel poco che ci rimane. Cioè che vive 'fuori' dal nostro appartamento.

Abbiamo addirittura creato il concetto del 'problema del randagismo' per cui ci permettiamo di castrare (rendere sterili) degli animali per combattere una cosa creata deliberatamente da noi.

In città i gatti, non avendo più spazi in cui vivere, si ritrovano a condividere luoghi ristretti addirittura cambiando la loro natura 'solitaria' e vivendo in gruppi più o meno numerosi!

Ormai si è perso il controllo: la linea è stata superata e non si sa più quale sia il comportamento giusto da mettere in atto:
-c'è chi dice che gli animali non devono vivere in casa;
-c'è chi vuole gli animali in casa e li compra in negozio;
-c'è chi li vuole in casa ma cerca i cuccioli abbandonati;
-c'è chi li castra e chi è contrario;
-...
Per gli animali che vivono in città le difficoltà sono molte, quindi prendere un animale in casa è sicuramente un modo per aiutarlo e, se per prenderlo in casa bisogna castrarlo, che dire, che pensare: credo sia meglio castrarlo che farlo vivere di stenti o addirittura farlo morire. Ma è una opinione.

E' però importante tenere a mente che, una volta accolto in casa, qualsiasi animale non si può rendetelo dopo poco tempo un 'randagio'!

Non si può fargli provare cosa vuol dire 'abbandono'!

Una volta accolto in casa e addomesticato, la vita dell'animale dipende da noi, ne abbiamo la piena responsabilità.

Quasi tutti gli animali abbandonati muoiono nel giro di pochi anni per incidente o per depressione: la colpa è di chi li abbandona!
Il 'randagio' Il 'randagio' Reviewed by Paola Romitelli on 23:53 Rating: 5

8 commenti:

  1. Io ho sempre convissuto in mezzo ai gatti; mio nonno, in un certo periodo ne aveva 15!
    Sono contrario alla strerilizzazione, perchè ho potuto constatare che provova disturbi psichici all'animale e sono contrario anche ai gatti in casa. Tutti gli animali dovrebbero restare fuori; lontano da cibo, vestiti e letti. Non avete idea di quanti parassiti si possono prendere, soprattutto per chi è già ammalalo o ha difese immunitarie basse.

    RispondiElimina
  2. In che modo si manifestano i disturbi psichici conseguenti alla castrazione?

    RispondiElimina
  3. Ma pensa te se con tutti i problemi che ci sono in giro ci si deve occupare delle depressione dei gatti.??!! Ormai non c'è più misura. Che falsità di problema. Ma andate a lavorare la terra!!!

    RispondiElimina
  4. Anche di qua passano i perditempo eh! E poi è comica, perchè io la terra la lavoro per davvero tutti i giorni. Comunque passando a cose serie,non ho mai avuto gatti castrati, ma due femminuccie strilizzate. Prima dell'intervento erano dolci e cordiali con le persone con i propri simili, dopo invece scorbutiche con i simili e lunatiche con le persone, con strani scatti improvisi di "pazzia" di pochi secondi, che però bastavano a lascarti i segni nelle mani per un bel pò.

    RispondiElimina
  5. Capitanou (mi permetti di dire alcune cose a cui tengo), ciò che hai detto è semplice da dire, molto più difficile è cercare di far bene ad un animale andando oltre noi stessi e cercando di convivere in una società ostile(che abbiamo costruito noi umani, ostile con gli animali quanto con noi umani). Inoltre, credo che noi esseri umani abbiamo delle grandi responsabilità nei confronti del mondo della natura. Se ne sono accorti un po' tutti.

    Comunque, Esenzedinatura, ho un micio castrato (purtroppo!!) non è cambiato molto caratterialmente, ma a volte ha quei momenti di 'pazzia' che tu dici.
    Avevo notato che li emetteva in un determinato orario la sera, quindi, per questa cadenza così precisa, non li avevo collegati alla castrazione.

    RispondiElimina
  6. Pensavo: poveri micetti e povero il mio micetto!
    Spero un giorno di poter andare a vivere in un posto con il giardino, così da poter aiutare tutti i gatti che lo sceglieranno come loro dimora senza dover intervenire con operazioni così invasive come la castrazione o la sterilizzazione!!

    RispondiElimina
  7. Bello questo post che propone molti punti di riflessione oltre che sugli animali anche sul nostro rapporto con loro tramite l' addomesticazione. L'abbandono,secondo me, rappresenta una nostra mancanza a conservare certi legami. La nostra manipolazione millenaria di Carattere & Geni su questi esseri porta innumerevoli problemi nel momento dell'abbandono. Confusione, timore, aggresività, malattie. Hai parlato di gatti... io prendo ad esempio il cane con cui ho avuto modo di relazionarmi fino a poco tempo fà e con cui ho condiviso parte della mia vita...
    l'azione plasmante dell' addomesticazione dell'uomo su questo animale ha lasciato tracce profonde nel suo comportamento. Il cane è di fatto un eterno bambino che non sà misurare le sue forze e sviluppare le tecniche di caccia in gruppo come il suo parente stretto, il lupo. Ha perso, in sostanza, le caratteristiche dei primi "Canidi" mettendosi a disposizione dell'uomo/capobranco da cui dipende totalmente. Essere abbandonato è un trauma per un animale fedele come il cane. Una perdita d'Amore, una rottura dei legami come hai ben detto tu Paola.

    Un saluto e a presto

    RispondiElimina
  8. Ciao Paola, ti volevo fare i complimenti per questo blog. Anche io sono molto amante degli animali. Di gente insensibile ce n'è sempre troppa...

    RispondiElimina

I commenti anonimi verranno cancellati

Powered by Blogger.