Tuo Luigi

Trascrivo una delle lettere che Luigi Rocchi, malato di distrofia muscolare di Duchenne dalla nascita, scrisse.

Dal libro "Tuo Luigi. Lettere e scritti di Luigi Rocchi":

"[...] Ma proprio in chiusura del documentario si apprende una curiosa notizia: a Las Vegas non ci sono cimiteri. E non ci sono - ho saputo poi - neanche ospedali, case di cura, manicomi, ospizi per vecchi.

Non è che i cittadini non si ammalino, non invecchino e non muoiano: semplicemente a Las Vegas è tassativamente proibito ammalarsi, invecchiare, morire. I ...'trasgressori' vengono acciuffati nel loro letto, presi di peso e spediti il più lontano possibile.

La Malattia, la Vecchiaia, la Morte non hanno cittadinanza a Las Vegas ed è quasi un reato portare nel corpo le stigmate del dolore, della menomazione e i segni della decadenza. Non si deve turbare la frenesia gioiosa del resto della popolazione.

Però, però, ...non esiste solo a Las Vegas questa pretesa assurda, disumana, idiota, questa 'spietata legge delle apparenze', mi dissi alla fine del documentario. E risentii nel mio animo le cento e cento occasioni in cui pure io, con il mio male e le mie menomazioni, potei vivere la triste esperienza di essere considerato elemento 'conturbatore' di una società che alza le cortine per proteggersi da realtà sgradite ed etichetta questa sua egoistica paura con nomi ipocritamente umanitari.

Non avete fatto anche voi, amici malati, questa esperienza? E' accaduto anche recentemente, che, in varie località balneari in ameni luoghi di villeggiatura, si è proibito il soggiorno a bambini spstici, o a soggetti menomati. Alcuni alberghi hanno sbattuto loro la porta in faccia e delle giunte comunali hanno deliberato che 'per non umiliare queste creature sfortunate con la vista di persone sane, si doveva usare l'umanità di non metterle a confronto con loro...'.

[...]

La gente non vuole che si ricordi loro la fragilità della salute, la brevità della giovinezza, la realtà della fine, del disfacimento. Un malato è come un cartello segnaletico piantato lì, in mezzo alla giostra, ad indicare che l'uomo è un essere precario, che il suo corpo è soggetto a malattia, a decandenza.

L'ammalato 'è un profeta scomodo' che ci invita a ritrovare noi stessi, che ci costringe a vedere i nostri limiti, che ci richiama all'umiltà e ci fa sentire quali veramente siamo: piccoli uomini precari e che possono superare tale intrinseca nullità solo riconoscendosi fratelli e bisognosi di amore scambievole".


Luglio 1975
Tuo Luigi Tuo Luigi Reviewed by Paola Romitelli on 23:56 Rating: 5

5 commenti:

  1. "L'ammalato 'è un profeta scomodo' che ci invita a ritrovare noi stessi"
    Mi piace questo, ma devo dire che la maggior parte delle volte si declina l'invito con indifferenza.Una buona occasione, mancata, per imparare qualcosa!
    Ti auguro un felice 2008!!
    Bob & Lù

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  2. ti auguro un sereno e felice 2008.augurissimi..........

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  3. Tanti auguri a tutti voi!

    Essenze, avete colto anche voi la frase che anche a me ha maggiormente colpito: una buona lezione per tutti (me compresa, ovviamente)!

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  4. Las Vegas è la Città dei Balocchi! Non si può intristirla col dolore e le difficoltà di una ricerca interiore! Spegnerebbero le sue mille luci e il rumore allegro e frusciante delle slot. Esiste come FUGA e come MONITO. E' la Città delle Dipendenze per autonomasia: soldi, successo, sesso! Eppure...non riesce ad attutire la voce di Luigi. Tutto sta nella scelta..di preferire le pentole con i coperchi! Anche se tocca affidarsi riguardo al prodotto finale.

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  5. "La città dei balocchi": dove sono capitati Lucignolo e Pinocchio e sono diventati asini.

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