L'autrice, una psicologa, racconta la sua storia d'amore con un uomo con la sindrome di Asperger. Solo dopo aver vissuto un periodo di vita con lui, solo dopo aver cercato di condividere la propria vita con Danny e non esserci riuscita, Barbara Jacobs si accorge che il suo uomo è affetto dalla sindrome di Asperger.
Si ritrova accanto un uomo che promette e non mantiene, che non riesce a trovare un lavoro stabile o a non farsi licenziare, che indispettisce, che alimenta di continuo speranze e desideri che non vengono mai esauditi.
Dopo un appuntamento preso, Barbara si ritrovava ad aspettare Danny all'infinito finché, stanca, non si arrendeva all'evidenza che Danny era 'sparito' e lei era 'sola'. Ciò accadeva spesso:
"Alle otto e mezza (dopo un ritardo di Danny ad un appuntamento), sonnecchiando e guardando l'orologio, mi autorizzai a iniziare a fare le telefonate, perima di tutto al proprietario dell'albergo. Non aveva visto Danny. Poi al suo ex-socio in affari. Non lo aveva visto neanche lui. [...] Alle undici, dopo un altro frenetico giro di telefonate, qualcuno bussò alla porta. Ed ecco Danny, con un ampio sorriso. 'Dove sie stao?' gridai. 'Panino con bacon? disse. Ero confusa. Così questa era una spiegazione per essere scomparso dodici ore? Entrò sfilandomi davanti imperturbato. ?Leon ed io siamo andati al negozio di kebab ma era chiuso. Così mi ha invitato a casa sua per un panino col bacon. Ecco dove sono stato. Ho dormito su una sedia'. 'E non hai telefonato per dirmi dove andavi? Avevi detto mezz'ora! E' mezz'ora questa?' 'Non volevo svegliarti' spiegò. Fu in quel momento che mi resi conto che non saremmo mai riusciti a colmare lo scarto tra la sua sindrome di Asperger e la mia ansia e preoccupazione innate per il benessere delle persone che amo. Non aveva considerato neanche per un momento che mi sarei potuta preocupare a morte".
La cosa che mi ha colpito maggiormente, che mi inquieta, è che è capitato ad una psicologa: non si è accorta che il suo uomo era un Aspie ('gergo' utilizzato dagli Asperger stessi per definirsi) e questo le ha procurato una enorme sofferenza ed una enorme fatica per poter lasciare andare quest'uomo pieno di un fascino particolare e pericoloso.
Penso che l'enorme difficoltà dal tirarsi fuori da una storia del genere è che le persone come Danny prendono la partner come punto di riferimento dando all'altro la sensazione che senza di loro non ce la possono fare. Queste persone emanano una enorme fragilità mista ad una sensazione di protezione: si pensa di aver trovato quello che si cercava da sempre.
Purtroppo, è difficilissimo stare insieme ad un Aspie: la realtà chiama inesorabile alla vita di tutti i giorni fatta di regole stabilite che devono essere rispettate. Ma non è solo questo.
Un Aspie, in qualche modo, fa sentire l'altro profondamente solo.
E' questo che distrugge.
Nel libro si trovano anche delle testimonianze di molte altre donne che vivono o hanno vissuto la stessa esperienza della scrittrice, oltre che informazioni sulla natura della sindrome.
Un libro da leggere.
Si ritrova accanto un uomo che promette e non mantiene, che non riesce a trovare un lavoro stabile o a non farsi licenziare, che indispettisce, che alimenta di continuo speranze e desideri che non vengono mai esauditi.
Dopo un appuntamento preso, Barbara si ritrovava ad aspettare Danny all'infinito finché, stanca, non si arrendeva all'evidenza che Danny era 'sparito' e lei era 'sola'. Ciò accadeva spesso:
"Alle otto e mezza (dopo un ritardo di Danny ad un appuntamento), sonnecchiando e guardando l'orologio, mi autorizzai a iniziare a fare le telefonate, perima di tutto al proprietario dell'albergo. Non aveva visto Danny. Poi al suo ex-socio in affari. Non lo aveva visto neanche lui. [...] Alle undici, dopo un altro frenetico giro di telefonate, qualcuno bussò alla porta. Ed ecco Danny, con un ampio sorriso. 'Dove sie stao?' gridai. 'Panino con bacon? disse. Ero confusa. Così questa era una spiegazione per essere scomparso dodici ore? Entrò sfilandomi davanti imperturbato. ?Leon ed io siamo andati al negozio di kebab ma era chiuso. Così mi ha invitato a casa sua per un panino col bacon. Ecco dove sono stato. Ho dormito su una sedia'. 'E non hai telefonato per dirmi dove andavi? Avevi detto mezz'ora! E' mezz'ora questa?' 'Non volevo svegliarti' spiegò. Fu in quel momento che mi resi conto che non saremmo mai riusciti a colmare lo scarto tra la sua sindrome di Asperger e la mia ansia e preoccupazione innate per il benessere delle persone che amo. Non aveva considerato neanche per un momento che mi sarei potuta preocupare a morte".
La cosa che mi ha colpito maggiormente, che mi inquieta, è che è capitato ad una psicologa: non si è accorta che il suo uomo era un Aspie ('gergo' utilizzato dagli Asperger stessi per definirsi) e questo le ha procurato una enorme sofferenza ed una enorme fatica per poter lasciare andare quest'uomo pieno di un fascino particolare e pericoloso.
Penso che l'enorme difficoltà dal tirarsi fuori da una storia del genere è che le persone come Danny prendono la partner come punto di riferimento dando all'altro la sensazione che senza di loro non ce la possono fare. Queste persone emanano una enorme fragilità mista ad una sensazione di protezione: si pensa di aver trovato quello che si cercava da sempre.
Purtroppo, è difficilissimo stare insieme ad un Aspie: la realtà chiama inesorabile alla vita di tutti i giorni fatta di regole stabilite che devono essere rispettate. Ma non è solo questo.
Un Aspie, in qualche modo, fa sentire l'altro profondamente solo.
E' questo che distrugge.
Nel libro si trovano anche delle testimonianze di molte altre donne che vivono o hanno vissuto la stessa esperienza della scrittrice, oltre che informazioni sulla natura della sindrome.
Un libro da leggere.
Attraente, originale...emotivamente pericoloso
Reviewed by Paola Romitelli
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08:23
Rating:
toc toc..c'è nessunooooo??? scherzo..ma capisco quando sia difficile parlare della sindrome di asperger, tanto più riconoscere, accettare e sopravvivere al fatto di aver amato un "aspie"; diventa inutile ogni recriminazione e non sai con chi prendertela per quella dannatissima sensazione di vuoto. E' una condizione di impotenza tale (anche per quanto concerne l'amicizia) che ti costringe a rivedere ogni "normale" forma di confronto. Ti costringe, col tempo e oltre ogni reticenza, a comprendere seriamente quanto sia vitale dare senza aspettarsi nulla in cambio. E credo che effettivamente "loro" sono capaci di tirare fuori il meglio di noi (solo se lo vogliamo...solo dopo aver probabilmente toccato il fondo...solo dopo...)
RispondiEliminaLa relazione con una persona che rientra nello 'spettro autistico' è estremamente difficile: perché ci chiede di accettarla così com'è, perchè ci chiede di modificarci profondamente, perchè ci chiede di abbandonare tutto ciò che la fantasia ci aveva dettato su questo rapporto, perché ci chiede di lasciare 'tutte le nostre certezze'.
RispondiEliminaIl libro è molto bello, utile, personalmente, dopo aver letto il libro, mi sono molto più chiari certi comportamenti umani considerati per anni strani, o mal catalogati. Difficile, pesante, stressante, convivere con persone affette da questa sindrome, specialmente quando non viene diagnosticata adeguatamente o per nulla,quanti quarantenni/cinquantenni di oggi non sanno di essere affetti da tale sindrome?, proprio perchè da bambini non fu loro diagnosticata in quanto ancora all'epoca sconosciuto tale disagio. Vengono considerati "tipi strani" o solo ansiosi, il vero disagiato alla fine è di chi ci convive, perchè loro fanno esattamente ciò che gli passa per la mente, sembrano analfabeti delle convenzioni più banali, più ovvie.
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