Come affrontare la fase preadolescenziale conoscendo le 4 insidie in essa nascoste

Ed in men che non si dica ecco arrivare la pubertà e la preadolescenza. Termini ormai abusati e usati, anche dagli stessi preadolescenti, come scusa per il cambiamento del proprio carattere.

“Lasciami stare che sono un preadolescente!!” Sento spesso dire dai ragazzini alla madre intenta ad elargire consigli!

Questo bellissimo e affascinante momento della vita, che io ricorderò sempre con immensa nostalgia mista ad una profonda tenerezza, può nascondere delle insidie che è bene conoscere per agire tempestivamente e affrontarle prima che vadano a “cancrenizzarsi” diventando difficili da estirpare.



QUATTRO INSIDIE DELLA FASE PREADOLESCENZIALE

  1. Difficoltà nella relazione con il proprio corpo che cambia
E’ proprio questo tipo di cambiamento la prima cosa evidente del passaggio da una fase all’altra: si comincia con i peli del pube che diventano più folti, i primi peli sotto le ascelle, l’odore del corpo che cambia e via di seguito.
Cambiamento che può essere veloce o lento.
Alcuni lo aspettano con ansia, non vedono l’ora che accada e stanno lì sempre a controllare il proprio corpo; per altri invece può diventare un incubo e sperano che il momento fatidico si allontani sempre più. Un giorno ci si sveglia e si realizza che il proprio  seno è cresciuto più di quanto ci si aspettava, oppure ecco che si diventa più alti della classe!!! Questi o altri cambiamenti possono mettere talmente a disagio il ragazzo o la ragazza da diventare motivo di chiusura, scontrosità, o altro.
Spesso si pensa a questa difficoltà solo al femminile, ma non va sottovalutato quanto invece può essere difficoltoso per un maschio. Pensate se vostro figlio che fa sport, si ritrova a dover fare la doccia con il costume per nascondere chissà quale vergogna!!

Qui i genitori, madri o padri, hanno un ruolo fondamentale per aiutare il ragazzo o la ragazza ad accettare il proprio corpo che cambia, o che non cambia! La complicità e le rassicurazioni non sono da sottovalutare e da elargire appena possibile.

  1. Disturbi di ansia
Ed in questa fase anche l’ansia può fare capolino. Ansia di non saper affrontare gli ostacoli della vita, come il passaggio dalle elementari alla prima media, ad esempio; l’ansia di incontrare una persona che piace, l’ansia di dover affrontare un’ interrogazione più complicata del solito, l’ansia di avere a che fare con nuove e inaspettate emozioni che non si sapeva esistessero.
Anche in questo caso l’atteggiamento dei genitori è importante. Non solo come consigli da dare ma anche come esempio. I bambini crescono e diventano adulti “assorbendo” il modo con cui i genitori affrontano la propria ansia. Quindi, cari genitori, a voi la responsabilità di conoscere i vostri modi di affrontare l’ansia e di sapere se sono fallimentari o vincenti.
Qualora la situazione peggiori, l’ansia può trasformarsi in un disturbo patologico o in disturbi ossessivi che è doveroso affrontare insieme ad un esperto del settore, con sedute che coinvolgano sia i genitori che il ragazzo o la ragazza.
Eh già, in questi casi affidarsi a consigli trovati su internet vi assicuro essere per niente risolutivi!!!


  1. Difficoltà comportamentali
Che vuol dire? Vi starete chiedendo. In effetti non si può chiamare adolescenza se questa fase non è accompagnata da comportamenti problematici!!!
Da un lato è così.
E quando è così, il comportamento introverso o estroverso può essere una caratteristica del proprio modo di essere.
Dall’altro lato esistono delle forme estreme di timidezza che portano ad un isolamento preoccupante oppure, viceversa, possono essere messe in atto forme di esibizionismo e di scarso rispetto delle regole che spianano la strada a comportamenti che mettono a rischio la vita dell’adolescente stesso e dei suoi amici.

Che fare in questi casi?
Ed anche in questo caso il ruolo dei genitori è cruciale! 
Nel caso si abbia di fronte un ragazzo molto timido è importante che il genitore non lo assecondi troppo e che non ceda a richieste del figlio di non andare più in piscina o a qualsiasi altro sport (o altre situazioni sociali). E’ importante invece incentivare questo genere di attività e farlo partecipare ad situazioni di gruppo come gli scout o gli oratori se ben gestiti.
Nel caso invece si abbia di fronte un ragazzo che tende a non rispettare le regole e a mettersi in situazioni rischiose, diventa importante che davanti a certi comportamenti il genitore rimanga calmo ma deciso a fargli rispettare le regole non solo della casa, ma anche della società.

  1. Disordini alimentari
Sono principalmente di due tipi: uno fa andare verso l’obesità e l’altro verso la scarsa alimentazione.
A questo secondo quasi non si fa più caso. E’ diventato ormai consuetudine essere una “stecca da biliardo”!!! Non è raro incontrare madri che insieme alle figlie fanno estenuanti programmi in palestra e strettissime diete alimentari.
E succede la stessa cosa al contrario.
Quasi si potrebbe dire “tale genitore tale figlio”!!
C’è poco da fare, le abitudini alimentari si acquisiscono in famiglia: i vostri figli vi osservano e faranno come voi.
Una volta mi sono sentita rispondere da una mamma preoccupata dei continuo rifiuto di mangiare della figlia: “Ma io l’ho sempre fatta mangiare bene, cose naturali e le ho sempre fatto seguire una dieta equilibrata. Non capisco!!!”, andando avanti nel colloqui scopro che questa stessa madre, da sempre, ha un’alimentazione completamente sballata, non solo come orari, essendo capace di mangiare anche durante la notte dopo un digiuno giornaliero, ma anche come apporto nutritivo rivelatosi povero di carboidrati e proteine. Essa stessa appariva infatti estremamente magra!!

Cosa fare? Che dire se non assicurarsi di essere un buon esempio di alimentazione sana ed equilibrata. Se non così non è, non è mai tardi per cambiare!! E dovranno cambiare le abitudini di tutta la famiglia. Menù comune a tutti i membri, orari di colazione, pranzo e cena uguali per tutti, alimenti che coprono il fabbisogno giornaliero senza superarlo.
Non ce la fate a cambiare? Chiedete aiuto ad un esperto!!

Tale aiuto va richiesto anche quando i disordini alimentari sono il “sintomo” di distorte dinamiche familiari, dove l’educazione alimentare conta poco. In tali casi rivolgersi all’esperto del settore è scontato!

Cosa dire in conclusione? Che i figli per crescere bene hanno signo di regole chiare e ferme, di genitori equilibrati che stabiliscono cosa si può fare e cosa non si può fare. Hanno bisogno di giuste punizioni che se da un lato possono essere difficili da accettare per figli e da dare per alcuni genitori, sottolineano la funzione educativa di questi ultimi e mandano il messaggio ai figli che i propri genitori sono dei punti di riferimento saldi, a cui rivolgersi in caso di necessità.

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